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Scopri I Feltrini sostenibili

Diamo potere alla prossima generazione

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I FELTRINI SOSTENIBILI

PRESENTAZIONE GRUPPO E PROGETTO

Noi soci dell’Interact Club di Feltre siamo un gruppo di giovani ragazzi a cui piace mettersi in gioco ed offrire il proprio servizio seguendo le orme di Paul Harris. Come gruppo di amici abbiamo scelto di partecipare al progetto Hack for the Planet. Crediamo che non ci sia alternativa; abbracciare un approccio sostenibile oggi è necessario. Nel nostro piccolo abbiamo cercato di pensare ad alcuni dei problemi e dei comportamenti che affliggono maggiormente il nostro pianeta e la società odierna provando a trovare delle soluzioni realizzabili ed il più possibile efficienti. La nostra idea riguarda lo smaltimento di plastica ad impatto zero, la ricerca e lo studio di bioplastiche, il rispetto animale, l’occupazione femminile e il sostegno alle donne lavoratrici.

Il progetto consiste nella creazione di un’impresa che si occupa dello smaltimento di plastica in modo sostenibile grazie all’allevamento di un particolare tipo di bruco capace di consumare e trasformare la plastica. Affiancato da uno spazio dedicato alla ricerca scientifica e alla produzione di biopastica attraverso l’uso di specifiche alghe, un allevamento etico* e sostenibile completo di fattoria didattica.


La realtà ipotizzata crede nello sviluppo sostenibile che è tale da offrire tutti i servizi necessari all’uomo senza minacciare l’operatività nei sistemi naturali e riducendo l’inquinamento globale.


*ALLEVAMENTO ETICO significa crescere gli animali nel rispetto delle loro abitudini etologiche, evitandone sofferenze ingiustificate. Questo portale si propone come luogo di riflessione sul tema e come luogo di ricerca di alternative possibili all'allevamento intensivo. 

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LA SCOPERTA DI FEDERICA BERTOCCHINI

L’inquinamento causato dalla plastica costituisce una delle problematiche ambientali più difficili da risolvere. Infatti, la produzione di oggetti realizzati con questo materiale sta rapidamente soverchiando la nostra capacità di gestirlo.

La scoperta di una larva capace di consumare e trasformare la plastica, da parte di una biologa italiana, potrebbe rivoluzionare il nostro modo di eliminare il rifiuto.
Ad aumentare il fascino di questa scoperta vi è il fatto che essa è avvenuta in modo del tutto casuale: la donna, Federica Bertocchini, ricercatrice presso l’Istituto di biomedicina e biotecnologia della Cantabria in Spagna (IBBTEC) e apicoltrice amatoriale, stava ripulendo le proprie arnie dai parassiti della cera delle api, che aveva posto in delle buste di plastica, quando si accorse che i sacchetti si erano riempiti di minuscoli buchi in brevissimo tempo.
Dopo essersi messa in contatto con alcuni colleghi dell’Università di Cambridge, attraverso alcuni esperimenti i ricercatori hanno evidenziato che i bruchi ingeriscono la plastica, materiale che altrimenti in natura verrebbe smaltito soltanto in 400 anni.
Tuttavia, nonostante questa brillante e sensazionale scoperta, a causa della mancanza di investimenti nella ricerca di Federica, il progetto procede non senza difficoltà. Infatti, sebbene a livello internazionale esso abbia suscitato grandi consensi, il suo finanziamento non è affatto facile.
Questo però non è bastato a fermare la scienziata che, grazie alla sua scoperta e al suo studio appassionato, ha da poco vinto il Premio Casato Prime Donne, che dal 1999 viene assegnato a donne a cui viene riconosciuto il merito di aver valorizzato la presenza femminile nella società e nel lavoro. Un vero orgoglio non solo per la ricerca, ma soprattutto per la sensibilità e la direzione virtuosa che questa può assumere grazie a donne ambiziose ed instancabili come Federica.
In questo senso, è bello considerare la sua dedizione come anche un messaggio di speranza, a prova del fatto che ancora oggi brillanti scoperte possono avvenire al di fuori dai laboratori, come in passato per altre grandi menti come Newton e Galilei.

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IDEE PER L'IMPLEMENTAZIONE:

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Nello specifico abbiamo idealizzato di allevare le larve chiamate camola del miele (Galleria mellonella) che naturalmente riescono a mangiare e digerire il polietilene. Per fare ciò, abbiamo idealizzato di suddividere lo smaltimento in varie fasi e luoghi.

Nel primo luogo, si terrà l'allevamento delle larve che in soli 40 minuti sono in grado di formare i primi fori, e in meno di 12 ore riescono a “divorare” 92 milligrammi di polietilene. Per avere un effetto ottimale devono essere allevate ad una temperatura di 30 gradi e posizionate su di un apposito substrato facile da comporre (si può fare tranquillamente in casa con farina di polenta, glicerina, miele e acqua. Successivamente verranno spostate nella vasca dove verrà messa la plastica ed una fonte di acqua. La temperatura dovrà essere sui 20 gradi (oppure può arrivare anche a 15 gradi, così permette alle larve di vivere fino a 5 mesi, rispetto ai 20-50 giorni che vivrebbero normalmente) e le larve nel corso del tempo mangeranno tutta la plastica. Poco prima che le larve si trasformino in crisalide, le dividiamo in due gruppi differenti:

  • -  Uno più numeroso predisposto a diventare mangime per le galline ed esche per i pesci

  • -  Un altro, meno numeroso, nel quale far evolvere le larve in crisalidi e successivamente in falene. Quest’ultime verranno raccolte e riposte nella vasca di allevamento, nella quale ogni falena femmina 

    potrà deporre le uova, arrivando fino a produrne 500.

    Le larve, mangiando la plastica, producono naturalmente il glicol etilenico e tutto il prodotto potrà essere venduto a delle piccole industrie locali.

    Questa struttura verrà costruita vicino ad una fonte d’acqua, la quale sarà usata per produrre energia utilizzabile dall'edificio, per tutti i tipi di lavori che necessitano di acqua all’interno dell’azienda e per dare da bere agli animali e alle alghe. Inoltre, per supportare maggiormente la richiesta di energia e calore, verranno messi strumenti per l'energia pulita (fotovoltaici, pale eoliche e pompe di calore).

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CAMPI IN CUI Ė POSSIBILE ESPANDERE IL PROGETTO

Image by Susan Wilkinson
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LA SETA

Le larve durante la fase di crescita costruiscono delle fitte ragnatele, producendo bozzoli in seta: uno studio dell’Istituto Superiore Enrico Fermi di Mantova ha dimostrato che, incubando le larve a condizioni ideali di umidità, temperatura e buio, essendo esse fotofobe, si otterrà un metodo di riciclo circolare da cui viene ricavata seta filabile. Di conseguenza, non solo verrebbe degradato il polietene, ma verrebbe anche prodotto un tessuto ecosostenibile.

LA PESCA

Le camole sono già utilizzate da anni come esca per la pesca in acqua dolce, in particolare per le trote. Esse infatti raggiungono una lunghezza massima di circa 3 cm, e sono dunque considerate un’esca efficiente.

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ALIMENTAZIONE

La Galleria mellonella è considerata un alimento ideale per rettili insettivori, piccoli mammiferi e uccelli grazie al gusto dolciastro che viene dal miele. Nel nostro progetto per evitare che le larve diventino troppe abbiamo pensato di destinarle al nutrimento delle galline ovaiole che verranno allevate in un allevamento a terra all’aperto, predisposto adiacente all’azienda dove vengono allevate le larve. La galleria mellonella è caratterizzata da un alto contenuto di grassi, ed è considerata ottima come integrazione o variazione alimentare di numerosi animali esotici.

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IL SOSTITUTO DELLA PLASTICA

BIOPLASTICA DI ALGHE

Non abbiamo voluto semplicemente trovare un rimedio ad un problema come quello della plastica ma abbiamo anche voluto trovare un materiale sostitutivo.


Abbiamo pensato di creare una bioplastica costituita da alghe. Il progetto include un'allevamento di alghe rosse dalle quali si può estrarre agar-agar, materiale che poi può essere utilizzato per produrre una bioplastica che nel pieno rispetto dell'ambiente conserva le sue stesse caratteristiche.

La scoperta di questo incredibile materiale si deve ad una donna di origini cilene di nome Margarita Talep. Margarita, una grande designer, realizza prodotti di bioplastica di alga che possono essere trattati colorati ed usati come faremo con la plastica che oggi conosciamo. Questo tipo di bioplastica, per le sue caratteristiche, potrebbe essere impiegata al posto delle plastiche usa e getta che oggi costituiscono un problema enorme.

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La grade scoperta della bioplastica

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Il modello

Abbiamo creato un modellino in cui è possibile apprezzare lo sviluppo della nostra idea.

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Image by Scott Graham

Il nostro impatto

Abbiamo calcolato il nostro SROI tenero conto di quanto costa allo stato smaltire la plastica, ipotizzando una percentuale di impatto sulla società (0,4)ottenuto tenuto conto della plastica smaltita e prodotta, dei prodotti aziendali prodotti, degli indotti al territorio e imprese locali, la conoscenza locale e aperto un processo di peer-to-peer delle nuove generazioni. Dividendo tutto per i vari costi che l'azienda deve sostenere abbiamo ottenuto come risultato 178,34.

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